Una fonduta alla milanese
Canton Ticino.Essendo venuti a conoscenza degli sconti estivi praticati in tutti i principali mercati lombardi, un'allegra comitiva di svizzerotti capitanati da Emmi Alpenliebe, picca in spalla, decise di incamminarsi verso sud desiderosa di fare qualche buon acquisto.
Milano.
La grande sala delle riunioni rimbombò quando il pugno dell'uomo in armatura si abbatté violentemente sul massiccio tavolo in quercia.
"Ciumbia, ancora?" tuonò il Duca Azzo degli Scarligoni "Questi qua vogliono ciularci come al solito la roba migliore! Ma 'stavolta non ci faremo fregare come dei pirloni! Mandate subito gli araldi a radunare l'esercito!"
"Immediatamente Duc'azzo!" rispose con zelo Ambrogio Luganega, comandante subordinato, scattando sull'attenti con un tremendo clangore di ferraglia.
"Ecco, vedi…" mormorò il Duca, allontanandolo dai presenti tirandolo per un gomito "Come ti ho già detto più volte, gradirei che tu sillabassi meglio "Du-ca Az-zo". Infatti quando lo pronunci con foga la gente potrebbe capire qualcos'altro e le damigelle arrossiscono violentemente. Hai capito? Du-ca Az-zo. E' facile."
"Certamente Duc'az…Du-ca Az-zo, come desiderate!"
Entrambi tornarono al grande tavolo per definire il piano di battaglia.
"Ho intenzione di schierare il maggior numero possibile di cavalieri, visto che nelle ultime esercitazioni in piazza d'armi hanno dato buona prova di sé anche appiedati. Poi eviterei di usare fanterie, dato che la loro è sicuramente più forte. Invece conto molto sull'utilizzo delle fanterie leggere, soprattutto le nuove compagnie di arcibugiardi…"
"Archibugieri, papà" lo corresse con ossequio il figlio Carletto alla sua prima battaglia, terzo e ultimo generale, nonché comandante della fanteria leggera.
"Va bè, archibugieri. Tant chi se capìs pù nient!(1)"
In quel mentre si fece avanti un corpulento e bizzarro personaggio: il viso dalla carnagione olivastra era ornato da un paio di baffi e da un pizzetto "sale e pepe", l'abbigliamento consisteva in un camicione bianco riccamente ricamato in oro, un mantello rosso e, tra lo stupore e il divertimento dei presenti, in testa aveva come un grosso telo bianco arrotolato. Al fianco gli pendeva una curiosa spada ricurva, stupendamente cesellata.
Con un profondo inchino si presentò.
"Prodi cavalieri, perdonatemi se vi interrompo. Il mio nome è Un Habir Albar, e sono l'addetto militare del grande paese dell'Islam. Mi sembra di capire che state per prepararvi ad una battaglia e, se acconsentite, sarei ben felice di consigliarvi, forte della mia umile esperienza."
"S'el voer ch'el sciur chi?(2)" bisbigliò Azzo sgranando gli occhi.
" A mi el me par propri un barlafus(3)" commentò sottovoce XXX.
Sentendo l'ultima parola, lo sguardo del visitatore si illuminò.
"Ecco! Vedo che la mia fama è arrivata fino a voi! Solo che io sono Un Habir, Bar Lah Fus è uno dei miei somar…ehm, generali!"
"No, no…grazie! Non si disturbi!" il Duca lo congedò mentre con un'occhiataccia invitava gli armigeri di guardia ad accompagnarlo alla porta.
Le proteste dell'esotico ospite risuonarono per un po' negli oscuri corridoi del castello.
Il susseguente silenzio venne rotto dal Duca, che scuotendo la testa commentò.
"Eh, il tesoriere ducale ha ragione. Questi pensionati smettono di lavorare troppo presto. Poi a casa si rompono, e così vanno in giro a rompere al prossimo! Insomma, l'è tutta una rottura. Bah, torniamo alla battaglia..."
"Come potete vedere" e indicò la mappa distesa sul tavolo "il campo di battaglia è praticamente sgombro,con l'eccezione di due colline dolci lunghe e strette sull'estrema sinistra e una, più piccola, di fianco al bagaglio svizzero.
Dietro al collinone schiereremo in agguato un bel po' di fanteria e cavalleria leggera (3 LH(I), 8 Ps(O) e 4 Ps(S)). Il rimanente di questo comando (Sub Kn(S) e 4 Kn(O)) si schiererà all'ala sinistra.
Al centro il secondo comando (Sub Kn(S), 6 Kn(O), 3 LH(I) e 4 Ps(S)) e sulla destra il mio comando (C-in-C Kn(S), 6 Kn(O), 2 Kn(S), 4 Ps(S) e 3 Hd(O)). Andemm!"
Il sole di luglio sfolgorava sul campo di battaglia. Le corazze di entrambi gli eserciti scintillavano. Le picche svizzere inframmezzate dalle bandiere dei cantoni formavano una foresta impenetrabile.
Il Duca Azzo si alzò in piedi sulle staffe guardando lo schieramento milanese, nel medesimo istante un urlo in lontananza segnalò che la linea svizzera aveva iniziato ad avanzare.
Azzo con la destra sollevò la lancia a strisce rosse e nere, soprannominata "Il palo dell'Ortica" (4), e gridò il motto della casata: "Panetùn e Rivera!" Con un urlo assordante, tutto l'esercito si associò al grido di battaglia: PANETUN E RIVERA!
Battle report (tutti i riferimenti relativi ai milanesi):
Gli svizzeri schierano tre comandi simili: picche con qualche Ps e Bd(X). Vengono usati solo 2 LH.
Dietro collinone a sx dello schieramento milanese gli svizzeri imboscano un po' di Ps.
I milanesi schierano come ha già spiegato il Duca Azzo.
Inizia la battaglia.
Gli svizzeri avanzano, mandando in avanscoperta i LH per rallentare l'avanzata milanese.
I milanesi avanzano, pressando con i Kn i LH svizzeri, e sbucano da dietro il collinone con l'imboscata per prendere sul fianco la linea svizzera.
Lo svizzero sbuca con la contro-imboscata che, ad un esame più attento, risulta schierata fuori dalla zona di schieramento. Breve discussione, e l'imboscata svizzera viene fatta arretrare d'ufficio all'interno della zona.
Gli Ps si scontrano tra di loro, mentre i LH(I) milanesi impegnano sul fianco le Bd(X). 3 a 2 per le Bd che vincono evitando così di arretrare e di distruggere altri 3 elementi!
I Kn dell'ala sx milanese si incolonnano e salgono sulla collina per appoggiare gli Ps.
Al centro e sulla dx i milanesi avanzano, impegolano i LH svizzeri e ne fulminano uno. Il conto viene pareggiato dalla perdita di un LH milanese nello scontro sulla collina.
Due Bd svizzere si sbilanciano e vengono eliminate dai Kn e Ps. I LH superstiti milanesi si incolonnano e girano attorno alla collina sbucando dall'estrema sx. Nel frattempo il gruppo di Ps svizzeri continua ad arretrare evitando lo scontro ed abbandona la collina.
Gli Ps del C-in-C milanese si ridispongono sull'estrema dx e, supportati da 2 Kn, impegnano l'ala svizzera eliminando 2 Ps.
Gli svizzeri rischierano a copertura del buco sulla dx gli Ps che erano in prima linea, in modo che i milanesi non riescono a fiancheggiare la linea nemica.
Il comando svizzero sulla sx è ad un passo dalla demoralizzazione, di conseguenza la linea di picche avanza cercando di chiudere sui Kn milanesi. Sulla dx i Kn smontano come Sp(S) eccetto quelli che sono fronteggiati dalle Bd(X).
Le linee si scontrano e 2 Kn vengono eliminati dalle Bd(X) su due ranghi. Il comando svizzero crolla, ma ormai ci sono troppi buchi nella linea milanese e gli svizzeri sono in grado di serrare.
Ancora poche mosse e l'esercito milanese crolla.
Il Duca Azzo, l'armatura piena di ammaccature, si allontana dal campo di battaglia strascicando i piedi. Lo sguardo sconsolato è attratto da una figura, visibile in lontananza, in groppa ad uno slanciato stallone bianco arabo. Il profilo si staglia contro il sole al tramonto mentre il cavallo si impenna facendo sventolare il mantello scarlatto del cavaliere. Mentre la figura si allontana in un turbine di polvere, al Duca Azzo sembra di sentire una lontana risata beffarda…
(1) – "Tanto qua non si capisce più niente!"
(2) – " Cosa vuole questo signore?"
(3) – "A me sembra proprio uno stupidotto"
(4) – Da una canzone del menestrello Enzo Jannacci
Svizzeri contro Spagnoli
Settembre, Anno del Signore 1476.
Von Emmenthal und Stulpenagel der Strunz , avendo ricevuto la caparra del suo ingaggio dal condottiere duca Baldo dei Bracchi da Chioccio, prepara armi e bagagli e decide di incamminarsi verso le dolci colline Toscane per ricongiungersi al resto della " balda " armata, pensando già alle enormi abbuffate a base di bruschette e cigni bianchi pepati.
Giunto sulle rive del Po, dopo aver abbondantemente spulzellato presunte vergini lungo il tragitto ( Le stesse erano già state spulzellate abbondantemente dagli Spagnoli già passati precedentemente ), deve affrontare un problema annoso e non immaginato. Gli Spagnoli, precedentemente menzionati, trovando le risaie del Po piene di materia prima decidono di fermarsi a fare scorta di riso per la Paella, e quindi si trovano di fronte la " gioiosa macchina da guerra " di Prodiana memoria.
- O schais - ordunque mi tocca pugnar . -
E così con la consueta puntualità Svizzera ordina al suo braccio destro Ubert Rezzonico da Chiasso, di schierare i quadrati di picche ed andare avanti, mentre gli alabardieri ed gli Psiloi di Von Swatch proteggeranno il lato destro pronti a schierarsi lungo la riva del Po.
In poche parole i picchieri avanzano decisi a mettere le mani addosso agli arcieri e auxilia spagnoli, improvvisamente dalle colline oltre il Po esce fuori l'imboscata dei Cavalieri ( Ma chi se lo sarebbe mai immaginato ), prontamente fermati da Von Swatch. Nel frattempo i picchieri mettono le mani addosso al comando più numeroso dei mangia paella e li fanno a pezzi, subendo poche perdite, gli alabardieri riescono a far fuori un paio di Don Chischiotte e così gli Spagnoli al grido di " E mo' so cazzi " decidono di darsela a gambe demoralizzati e scornati, lasciando sul campo pulzelle, paella e cipolle.
E mentre calavano le prime ombre della sera si vedevano le colonne dell'ignobile esercito Spagnolo, comandati da Don Jose' de la Fuente de la Sfigas, dirigersi verso la Francia ........